Dopo un’ora e mezzo di piacevole cammino eccoci in vista della prima meta, la baita Cassinelli, posta a 1568 metri di quota. Ci fermiamo per riposare, per uno spuntino, per guardarci intorno e per ammirare il panorama. Di proprietà del comune di Castione della Presolana, nei tempi andati la Casera è sempre stata occupata dai malghesi nel periodo estivo. Completamente rifatta (compresa l’ampia cisterna) negli anni ’60, nel 1968, dopo la costituzione del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino di Clusone, alcuni locali della struttura furono assegnati come magazzino al sodalizio, per i soccorsi in Presolana. Lo scorso anno il Comune l’ha assegnata alla locale «Sottosezione Carlo Medici» del Cai di Clusone, che la gestisce in proprio, aprendola nella bella stagione.
Abbiamo riposato un buon quarto d’ora, riprendiamo il nostro cammino. Subito dietro la baita tre sono i sentieri che si dipartono…..uno va verso est,segnavia Cai 316 ed è praticamente il Sentiero delle Orobie che attraverso il Passo della Porta e una impegnativa via ferrata consente di giungere al rifugio Luigi Albani. Un altro sentiero si dirige verso ovest, verso la Valle dell’Ombra, e sale poi o al Bivacco Città di Clusone o al Pizzo Corzene. Imbocchiamo il sentiero 315 che sale dapprima verso nord e poi si dirige verso ovest, verso la Presolana occidentale. Il sentiero è ripido, la fatica si fa sentire. Dopo circa un’ora eccoci nei pressi della Cappella Savina. Ricorda Savina Barzasi, di Clusone, deceduta in vetta alla Presolana nell’ottobre del 1957. La cappelletta fu costruita su progetto di Battista Martinelli e su iniziativa di un gruppo di amici della giovane, con un contributo finanziario della famiglia Barzasi. Ogni anno qui, solitamente, a fine settembre si celebra la messa a ricordo di tutti i caduti della montagna.
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